in inglese - testo parallelo

Ti sei già iscritto al mio blog? Se sì, probabilmente questo post non fa al caso tuo. Hai provato a cliccare il bottone “Subscribe” che si trova in fondo a questa pagina ma hai subito chiuso l’inquietante pagina web piena di strane parentesi angolari che si è aperta quando lo hai fatto? In tal caso, continua a leggere. Sei già convinto che l’RSS sia una tecnologia del web 1.0 che merita più attenzione e vuoi saperne di più? Anche tu sei finito nel posto giusto.

Cosa significa RSS

Come puoi certamente immaginare, RSS è un acronimo. Ho sempre pensato che stesse per Really Simple Syndication (“Diffusione Molto Semplice”, all’incirca), che è abbastanza oscuro, ma facendo qualche ricerca per questo post mi sono imbattuta in altri due possibili significati: RDF1 Site Summary and Rich Site Summary (“sunto arricchito del sito”, o qualcosa del genere). Quest’ultima è probabilmente quella di più semplice comprensione: l’acronimo “RSS” indica qualcosa (per l’esattezza, un file di testo, spesso chiamato feed, in un formato standard e machine-readable, cioè strutturato per l’elaborazione automatica) che riassume i contenuti di un certo sito web.

Se mai ti è capitato di aprire un feed RSS (puoi provarci anche adesso), avrai già notato che il fatto che un file sia machine-readable non garantisce affatto la sua human-readability, cioè la sua leggibilità per gli umani. E, in effetti, nessuno si aspetta che noi leggiamo direttamente un feed RSS: ci basterà iscriverci e chiedere ad un programma (un feed reader, per l’appunto) di presentarci i suoi contenuti in un formato più accessibile.

Perché i feed RSS stanno cadendo nel dimenticatoio

Negli anni ‘90, quando questa tecnologia era stata appena inventata, iscriversi ad un feed RSS era una maniera molto semplice, se non addirittura la maniera più semplice, o forse persino l’unica maniera per ricevere aggiornamenti da una pagina web. Bastava scaricare un feed reader e dargli in pasto gli URL di qualche feed RSS interessante e si poteva star certi che non ci si sarebbe persi neanche una virgola di quanto avveniva sui diversi siti seguiti, né tantomeno si sarebbe stati distratti da feed ai quali non ci si era esplicitamente iscritti.

Un sogno, no? Be’, a dirla tutta è realtà, o almeno lo è stata. Fino a poco tempo fa, quella dell’RSS era la tecnologia che si nascondeva dietro ad ogni giornale online, blog e pagina web aggiornata di frequente. Anche i podcast erano tutti distribuiti tramite RSS, e persino YouTube, all’inizio, era pieno di feed ai quali iscriversi (spoiler: è ancora così, ma probabilmente non te ne sei mai accorto - guarda qui!).

A questo punto, ti chiederai: ma se l’RSS è, o era, una tecnologia così utile e diffusa, perché non ne ho mai nemmeno sentito parlare? Non sarà mica stata superata perché non era poi così tanto semplice da usare? La risposta è… sì e no. Ormai da un pezzo (diciamo pure dall’inizio del seconda decennio del terzo millennio), l’RSS è abbastanza fuori moda, ma questo non perché sia complicato da utilizzare. Se non sei ancora convinto, salta pure alle istruzioni per l’uso.

Iscriversi al feed X vs. seguire Y su Z

Ma cos’è successo ad Internet dieci anni fa? Erano gli inizi del web 2.0 e quasi tutti abbiamo iniziato ad usare i social network. E i social network, quasi per definizione, hanno tutti un loro modo di farti “seguire” persone ed organizzazioni più estese. Questa, di per sè, era già una minaccia per una tecnologia come l’RSS, e non appena piattaforme come Facebook hanno iniziato a crescere in popolarità, tutti quanti abbiamo iniziato ad “seguire” e “lasciare un mi piace” a persone e pagine invece di iscriverci ai loro vari feed. Il risultato è più o meno lo stesso.

…Ma lo è veramente? A mio avviso, in realtà, seguire un profilo su un qualsiasi social media è molto diverso da iscriversi al feed di un sito tramite RSS. Le ragioni principali sono due:

  1. Nel momento in cui rimpiazzi il tuo RSS reader con, per esempio, Instagram, potrai seguire solo ed esclusivamente persone che hanno un account su quella piattaforma. Viceversa, i vari creatori di contenuti che ti interessano, per poter essere seguiti da te, dovranno iscriversi ad Instagram ed adattare i loro contenuti alle funzionalità che offre, anche se magari non la amano o se non si presta per ciò che fanno (tanto per fare un esempio, post lunghi come questo mal si adattano a Twitter)
  2. La stragrande maggioranza dei social raccoglierà quanti più dati possibile su di te per poi mostrarti inserzioni pubblicitarie personalizzate. I feed RSS, al contrario, non sono materialmente in grado di tracciarti e raramente contengono pubblicità.

Consigliati per te!

Purtroppo, non è tutto qui: i social network sono stati seguiti a ruota dai recommender system. Un recommender system (letteralmente “sistema di raccomandazione”) è un programma che crede di sapere a quali contenuti sei interessato e li seleziona al posto tuo. Ormai, molti recommender system fanno il loro lavoro piuttosto bene (per esempio, apprezzo molto quello di YouTube e di recente ho creato una playlist di musica anni ‘50 con l’aiuto dell’intelligenza artificiale di Spotify). Questo perché sempre più spesso sono basati su Machine Learning (“apprendimento automatico”): in poche parole, imparano da te e da quel che fai quando li utilizzi. Se il termine “recommender system” continua a suonarti poco familiare, prova a rileggere questo paragrafo rimpiazzandolo mentalmente con il più comunemente usato “Algoritmo”2.

Non sono contraria ai recommender system (e, ovviamente, non posso essere contraria agli algoritmi!), ma penso che debbano essere utilizzati responsabilmente e, preferibilmente, assieme ad altri modi di accedere alle informazioni. In particolare, credo vadano tenute a mente le seguenti controindicazioni:

  1. scarsa affidabilità: solitamente, un recommender system non ti mostra tutto quello che le persone che segui condividono su una certa piattaforma (YouTube ha un meccanismo che fa sì che questo, se glielo chiedi per favore, non avvenga, ma ciò non si applica a tutti i social network). Allo stesso tempo, non ti mostra neanche esclusivamente i contenuti provenienti da chi hai esplicitamente deciso di seguire. Questo vuol dire che, mentre vieni bombardato di foto di travel blogger che non hai mai sentito nominare ma che “potrebbero piacerti”, potresti perderti le novità dal tuo artista preferito
  2. effetto bolla: i recommender system ti mostreranno contentuti simili a quelli che ti sono piaciuti (o i quali, comunque, ti hanno suscitato una qualche emozione) nel passato. Il rischio associato a questo è che il sistema, senza che tu te ne accorga, isoli te e il tuo gruppo di amici in una specie di “bolla”, impenetrabile se non ad un certo tipo di informazioni, magari legate ad un certo orientamento politico. Se hai controllato ripetutamente le politiche per la prevenzione della diffusione del covid ma non hai mai seguito un attivista LGBTQ+, è probabile che verrai tempestivamente informato sulla recente decisione del governo svedese di rimuovere le restrizioni ma resterai ignaro di quel che sta accadendo in Florida. In parole povere, i social media non sono un granché come fonte di notizie.

RSS: istruzioni per l’uso

Feed reader

Se ti è venuta voglia di seguire qualcuno dei tantissimi feed RSS che ancora adesso vengono creati e aggiornati, hai bisogno di un feed reader.

Come abbiamo detto, un feed reader è un programma in grado di rendere i contenuti di un feed RSS facili da leggere per noi esseri umani. Personalmente, al momento utilizzo Fluent Reader, un’applicazione desktop avanzata, open source e multipiattaforma. Se sei un fan dei software da riga di comando o vuoi, per qualsiasi altro motivo, qualcosa di piú minimale e leggero, puoi provare invece Newsboat.

Anche per smartphone e tablet c’é una vasta gamma di applicazioni free (“free” sia perché sono software libero che perché sono gratuite) tra cui scegliere. Il mio compagno, per esempio, usa Feeder.

Podcast managers

Un’app Android che utilizzo moltissimo io stessa, per non dire la mia app preferita in assoluto, é AntennaPod, specificamente pensata per i podcast.

Ebbene sí: anche la stragrande maggioranza dei podcast viene distribuita sotto forma di feed RSS, nonostante Spotify abbia deciso di fare le cose a modo suo e abbia purtroppo (lo dico da persona che, per ascoltare la musica, Spotify lo usa quotidianamente) l’esclusiva su tutta una serie di contenuti. Per i podcast, però non c’é storia: AntennaPod gioca un altro campionato, superando ogni app proprietaria.

Sfortunatamente, anche quello dei podcast é un mondo in cui la tendenza é quella di legare i contenuti ad una o piú piattaforme specifiche: se di questo Spotify é l’esempio più lampante, difatti, persino la RAI ha lanciato una sua piattaforma, RaiPlay Sound, che va a sostituire un sito che, per quanto non offrisse un’esperienza di navigazione particolarmente gradevole, forniva feed RSS a cui iscriversi per tutti i programmi a cadenza periodica. Vorrà dire che, poco a poco, mi andrò dimenticando di uno dei miei preferiti, Wikiradio. In ogni caso, ne consiglio vivamente le stagioni passate, i cui sono ancora disponibili e facili da reperire, per esempio proprio tramite la funzionalità di ricerca di AntennaPod.

Alla ricerca dei feed

In conclusione, sembra che la gente si preoccupi sempre di meno dei feed RSS, ma, fatta eccezione per i casi come quelli che abbiamo appena visto, questo significa che, se non sono moltissimi i nuovi feed che vengono creati, sono anche pochissimi i vecchi che vengono consapevolmente disabilitati.

Il simbolo dell'RSS
Il simbolo dell'RSS

Nei rari casi in cui un sito é pensato per incoraggiarti attivamente ad usare i(l) suo(i) feed RSS, iscriversi sarà semplicissimo: basterà trovare un bottone con una qualche variazione sul tema del simbolo dell’RSS, cliccarci sopra e copiare l’indirizzo della pagina web che si aprirà nell’apposito campo del proprio feed reader.

Aggiunta di un nuovo feed RSS ad una lista di fonti
Aggiunta di un nuovo feed RSS ad una lista di fonti

In molti casi, se non addirittura nella maggior parte, però, un bottone col simbolo dell’RSS non ci sarà affatto. A volte, nemmeno gli stessi blogger sono a conoscenza del fatto che le piattaforme su cui è hostato il loro sito offrono la possibilità di seguirlo tramite un feed generato automaticamente, perciò non mettono il link al feed a disposizione dei loro lettori.

Un trucchetto per scoprire se un sito sia veramente privo di un feed RSS o meno è quello di provare ad aggiungere /feed.xml all’URL della sua pagina principale, ma esistono anche soluzioni migliori. Firefox, per esempio, ha un’estensione, Awesome RSS, che va alla ricerca dei feed RSS dei siti che apri ed offre una maniera molto, molto semplice per ottenerne i link. Mettiamo che tu ci tenga davvero tanto a sapere cosa sta imparando la mia ex compagna di classe Tova nel suo corso di elaborazione del linguaggio naturale. Il suo blog è davvero carino, e probabilmente ha un feed RSS, ma proprio non si riesce a trovarlo. Con Awesome RSS, vedrai qualcosa del genere:

Con Awesome RSS all'opera, cliccando sul simbolo dell'RSS sulla tua barra di ricerca. otterrai il link del suo feed RSS
Con Awesome RSS all'opera, cliccando sul simbolo dell'RSS sulla tua barra di ricerca. otterrai il link del suo feed RSS

Extra 1: Ma com’è fatto un feed RSS?

A questo punto, dovresti avere un buon modello concettuale di come funzionino i feed RSS e, probabilmente, sei più o meno in grado di utilizzarli. Se ti incuriosisce anche sapere come sia fatto un feed RSS, qui c’è pane per i tuoi denti.

Se apri il feed di questo blog, ti troverai davanti a qualcosa di apparentemente complesso, per la precisione qualcosa di simile all’immagine qui sotto:

Un feed RSS come appare nel mio browser
Un feed RSS come appare nel mio browser

Si tratta di un file XML, e per usare un eufemismo, non si presenta benissimo. XML sta per eXtensible Markup Language (“linguaggio di marcatura estensibile”). Se vuoi sapere tutto su questo formato, puoi partire dando un’occhiata a questa voce di Wikipedia, ma l’essenziale è che:

  • i linguaggi di marcatura, come l’XML, l’HTML e il Markdown (che e quello che sto utilizzando per scrivere questo post) servono per descrivere la struttura dei vari documenti elettronici. In molti casi, e l’XML non fa eccezione, ciò si ottiene tramite il tagging (letteralmente, “etichettatura”) delle diverse parti che li compongono, specificandone il contenuto. In XML ed HTML, i tag sono parole racchiuse tra parentesi angolari, come <questa>. Al titolo di un post è spesso, per esempio, assegnato il tag <title>, mentre il corpo del suo testo verrà probabilmente marcato con <body>, i suoi paragrafi con <p> eccetera
  • il fatto che l’XML sia estensibile significa che l’insieme dei tag non è immutabile - in ogni momento è possibile creare nuove “categorie”.

Per esempio, i feed RSS sono solamente contraddistinti dal tag <feed> e contengono, fra le altre cose, i metadati, ossia qualche informazione generale sul feed e il sito da cui proviene. Per esempio, il feed del mio blog ha un titolo (<title>), un sottotitolo (<subtitle>) ed un autore (<author>) (che ha un nome, <name>, ed un’<email>), gli stessi del blog stesso, ma ha anche, tra le altre cose, un <id>:

...
<feed xmlns="http://www.w3.org/2005/Atom">
    ...
    <id>https://harisont.github.io/feed.xml</id>
    <title type="html">Hari’s online</title>
    <subtitle>A chaotically multilingual blog by Arianna Masciolini</subtitle>
    <author>
        <name>Arianna Masciolini</name>
        <email>arianna.masciolini@gmail.com</email>
    </author>
...
</feed>

Ogni post o <entry>, a sua volta, ha un titolo, un URL, una data di pubblicazione ed una di ultimo aggiornamento, un ID, un contenuto, un autore ed una specie di abstract. Per esempio:

<entry>
    <title type="html">Interesting things I read/watched/listened to this month (January 2022)</title>
    <link href="https://harisont.github.io/meaningful-media/2022/01/30/meaningful-media.html" rel="alternate" type="text/html" title="Interesting things I read/watched/listened to this month (January 2022)"/>
    <published>2022-01-30T00:00:00+00:00</published>
    <updated>2022-01-30T00:00:00+00:00</updated>
    <id>https://harisont.github.io/meaningful-media/2022/01/30/meaningful-media</id>
    <content type="html" xml:base="https://harisont.github.io/meaningful-media/2022/01/30/meaningful-media.html">This is the first of a series of posts, inspired by Nicky Case’s yearly meaningful media lists...</content>
    <author>
        <name>Arianna Masciolini</name>
        <email>arianna.masciolini@gmail.com</email>
    </author>
    <category term="meaningful-media"/>
    <summary type="html">This is the first of a series of posts...</summary>
</entry>

Niente di troppo complicato, tantomeno per un feed reader. Non per questo, però, vorrei mai scrive mai tutto quel codice a mano, carattere per carattere. Se sei della stessa opinione ma vorresti comunque un feed tutto tuo, continua a leggere: nella prossima sezione vedremo come ottenerlo.

Extra 2: Un feed tutto per te

Ti sei convinto che l’RSS è fantastico e hai iniziato a seguire qualche blog. Ora è il momento di creare il tuo feed, ma l’XML ti scoraggia. La buona notizia è che probabilmente non dovrai scriverne neanche una riga.

Se hai un blog su Wordpress o utilizzi una piattaforma di podcasting decente, per esempio, probabilmente hai già un feed di alta qualità. Se non è così, ci sono un sacco di strumenti appositi e tutorial che rendono il tutto comunque veramente semplice.

Io non ho un podcast (almeno per ora), ma per quel che riguarda i blog, per te che ne stai aprendo uno nuovo, e a maggior ragione se sei un programmatore, consiglio vivamente la piattaforma (GitHub Pages) ed il tema (minima) che utilizzo io stessa: il feed generato automaticamente è di ottima qualità e l’aspetto estetico del blog si può personalizzare senza troppi problemi.

Extra 3: File OPML per condivisione e backup

Tutto molto bello, ma il principale vantaggio dei social network è che è permettono di vedere facilmente chi o che cosa seguono i tuoi amici e seguirli a tua volta.

In realtà, anche questo si può fare in maniera del tutto semplice con l’RSS! Per condividere la preziosa lista dei tuoi blog preferiti, puoi esportarla come OPML (Outline Processor Markup Language) e mandare a chi vuoi il file così ottenuto, che il destinatario potrà importare con un clic. L’OPML è supportato da gran parte dei reader e può essere utile anche per passare ad una nuova applicazione senza doversi reiscrivere ai vari siti uno per uno.

Il bottone per importare/esportare come OPML nel mio feed reader
Il bottone per importare/esportare come OPML nel mio feed reader

Se sei curioso di sapere cosa leggo e ascolto, ecco i miei due file OPML:


Fonti

Note

  1. Resource Description Framework. Eh già, un altro acronimo… 

  2. Noto una tendenza ad utilizzare il termine “algoritmo” in modo improprio, con la conseguenza che molta gente pensa che gli algoritmi siano i recommender system dei social network. In realtà, gli algoritmi che vengono usati nei recommender system sono solo una piccolissima parte dell’enorme moltitudine di algoritmi esistenti. Algoritmi che includono, tra le altre cose, le ricette di cucina e le routine mattutine.