In more-or-less-chronological order, without any introduction.

1. Il Sorpasso di Dino Risi (1966), uno dei film più ansiogeni che io abbia mai visto (IT)

Ho visto questo film su YouTube su suggerimento di ed insieme a mio padre, che a Settembre è venuto con me a Göteborg. Non necessariamente era il tipo di film che avrei voluto vedere in quei giorni, ma ne è valsa comunque indubbiamente la pena. L’ho immediatamente associato, per il modo in cui il regista crea e mantiene alta la tensione nonostante la presenza simultanea di elementi comici (ma a tratti tendenti al grottesco), ad un film molto più recente e che ho altrettanto apprezzato, Parasite, di Bong Joon-ho.

2. Grandi Linee, il nuovo podcast prodotto dalla redazione di Breaking Italy (IT)

Ho sempre desiderato una versione solo audio di Breaking Italy. Grandi Linee non è esattamente questo, ma in un certo senso è anche meglio, perché colma il vuoto lasciato dalla rassegna stampa di Rai Gr Parlamento, che ormai da molto tempo non è più disponibile come podcast (o, se non altro, non via RSS). Il tono di Grandi Linee è ovviamente più informale, e il fatto che non sia in diretta ed esca in tarda mattinata mi impedisce di utilizzarlo come sveglia, ma probabilmente non è colpa di Shy se mi sveglio sistematicamente troppo tardi.

3. Le Intermittenze della Morte, un romanzo di José Saramago (IT)

Credo che Le Intermittenze della Morte, che ho ricevuto in regalo da un’amica di famiglia, sia uno dei libri più stracolmi di idee brillanti che io abbia mai letto. Sicuramente il romanzo che ho letto con maggior piacere nell’ultimo paio d’anni, in cui la narrativa mi ha nella maggior parte dei casi delusa. Dialoghi tipograficamente estenuanti, ma da rileggere assolutamente, prima o poi, in portoghese.

4. Alcune canzoni di Fabrizio de André a cui non avevo prestato abbastanza attenzione (IT)

  • Hotel Supramonte, che ho scoperto a fine estate ed ascoltato fin troppe volte
  • Disamistade, che apprezzo soprattutto dal punto di vista dell’arrangiamento e non ho ancora sviscerato del tutto da quello delle parole
  • Marcia Nuziale, una delle tante tradotte dal francese che non riesco a immaginare migliore in originale
  • Amico Fragile, a mio avviso una delle più dolorose.

5. Books 2 and 3 of Stand Still Stay Silent, by the comic artist Minna Sundberg (EN)

I read the first SSSS book back in 2020 after seeing this poster at my friend H.’s old place here in Gothenburg:

Minna Sundberg. The Indo-European & Uralic Language Families

Of SSSS, which as a webcomic is freely available online, I like the linguistic trivia, the maps, the character design and the colors (and yet, since I hate reading on computer screens, I read most of it in black and white on my e-reader, and it was again H. who got me the ebooks :) These things make the comic worth reading (and re-reading) even if I don’t find the story incredibly engaging.

6. I Cento Passi, un classico di Marco Tullio Giordana (IT)

Rivedere questo film in compagnia di H. (e scoprire che no, non contiene l’omonima canzone dei Modena City Ramblers) mi ha fatto uno strano effetto. O meglio, per quanto continui ad apprezzarlo come al liceo, non mi ha fatto lo stesso effetto di allora (e delle successive molte altre visioni). Questa volta, non è riuscito a infondermi nessuna combattività.

7. Grotescos Flyktingkrisen (SV)

En sak till måste jag tacka H. för. Generellt sett tycker jag inte särskilt mycket om Grotesco, men den här musikalen är på toppnivå. Och kan ses i hela världen på SVT Play. Jag hade aldrig skrattat så mycket på svenska.

8. La Profezia dell’Armadillo e Strappare Lungo i Bordi di Zerocalcare (IT)

Ho sentito il bisogno di, rispettivamente, rileggere e rivedere questo fumetto e questa serie animata di Zerocalcare ancora una volta. Due rielaborazioni diverse ma ugualmente riuscite di una stessa vicenda autobiografica. La capacità di Zerocalcare di sdrammatizzare senza banalizzare è, per me, preziosa ed ispiratrice.

9. La mirada incendiada, una pelicula chilena dirigida por Tatiana Gaviola (ES)

Esta película se proyectó en su idioma original en mi cine favorito de Gotemburgo, el Hagabion, durante el festival Cine en Español. Mi colega R. y yo fuimos a verla juntos. Inspirada en unos trágicos acontecimientos que ocurrieron realmente durante la dictadura, me pareció muy bien hecha. Me encantaron las escenas familiares.

10. Native Tongue, a feminist sci-fi (!) novel by Suzette Haden Elgin that really made me angry (EN)

As always when I read science-fiction, and even more in this particular case with a lot of linguistics involved, the book didn’t match my expectations. Normally, content I dislike doesn’t end up in these blog post, especially if it leaves me “disappointed, but not surprised”1, but this isn’t the case this time. I found this novel not only incredibly slow-paced and uninvolving, but also - and most importantly - conceptually infuriating.

The story, even though the reader is constantly distracted by several hardly relevant subplots, essentially revolves around a group of women that, living in an extremely patriarchal society, invent a new, secret language, Láadan, to make it possible for women to express their views. In this setting, lexical items encoding concepts that are supposedly relevant to women but not to men are especially important. For example, if I understand correctly, Láadan has a word for

To refrain from asking, with evil intentions; especially when it’s clear that someone badly wants you to ask - for example, when someone wants to be asked about their state of mind or health and clearly wants to talk about it.

Cool. But how is this really any more relevant to women than to men? The underlying assumption here seems to be that women and men are so substantially qualitatively different to require different languages. An idea that I reject entirely.

And even assuming that women are the only ones to perceive this refraining-from-asking thing, what is the practical advantage of createing a separate language hindering inter-gender communication even more? My impression is that this novel is permeated by a separatist feminism that I can only see as a threat.

  1. an meme from my days as a Master student in Language Technology.