Un corso che ho apprezzato
è Sistemi Operativi
in cui abbiam confrontato
di scheduling più tipi.

Quel che abbiamo studiato
riguarda il processore,
ma può essere spiegato,
diceva il professore,

“Come se descrivessi
la vita quotidiana,
a CPU e processi
dando una forma umana”.

Quello dello scheduling
è un problema che giunge,
in ambito time sharing,
quando un job sopraggiunge

mentre la CPU
è già impegnata in altro
e non ce n’è di più.
Un algoritmo scaltro

entra a tal punto in gioco,
col ruolo di decidere,
almeno per un poco,
se il primo sospendere

ed avviare il nuovo
oppure se procedere,
senza nessun rinnovo,
ed il vecchio concludere.

Come puoi indovinare,
tutto è più interessante
se le cose da fare,
poi, diventano tante.

Un algoritmo semplice
è lo Shortest Job First
(forse non sempre agile,
una volta messo al test).

Il job più breve in moto
tale algoritmo mette,
per questo è altresì noto
come “delle vecchiette”.

L’idea è che ogni processo
in fila sta alla cassa,
quando fa il suo ingresso
una che avanti passa

adducendo per scusa
che lei ha “soltanto il pane”
(chi ha troppa roba sfusa
non vuole piantar grane).

C’è poi un’altra nozione
che merita attenzione:
quella di prelazione.
Ne dò definizione:

In scheduling preemptivo
può essere stoppato
ogni processo attivo
se un altro è diventato

più adatto all’occasione.
come se la vecchietta,
non senza presunzione,
venisse in tutta fretta

mentre già stai pagando
a prendere il tuo posto,
lasciandoti aspettando.
Non ridere, piuttosto

Sappi che questo è prassi,
col Natale in famiglia
semmai ti cimentassi.
Madre, nipote o figlia

fa poca differenza:
qui sempre si è interrotti,
c’è sempre qualche urgenza.
Per sette giorni e rotti

di uscir non si è parlato,
nemmeno a far la spesa
(e aver immaginato
una giornata spesa

al mare non aiuta);
una conversazione
aver non si è potuta
in questa situazione

e se a leggere provo,
e roba proprio da matti,
persino mi ritrovo
disturbata dai gatti.